La Venezia
Proponiamo qui il tour ideato dalla guida turistica Pierino Marconcini, un itinerario alla scoperta del quartiere della Venezia Nuova che caratterizza in modo inequivocabile la città di Livorno, facendola apparire, agli occhi dei visitatori, unica ed affascinante rispetto ad altre città portuali italiane e non solo. Il percorso si snoda attraverso canali, ponti, palazzi storici e chiese che costituiscono il quartiere mercantile sviluppatosi a partire dal XVII secolo e che deve il proprio nome alle tecniche e maestranze importate dalla città veneta per la costruzione dei suoi edifici. L’impianto unico della Venezia Nuova pare essere invece di chiara ispirazione leonardesca, dati i tre livelli su cui furono costruiti i magazzini, i negozi e le residenze dei mercanti stranieri, attirati in città dalle leggi livornine, volute dal Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici. Un quartiere insomma tutto da scoprire, protagonista degli eventi estivi con la manifestazione “Effetto Venezia” che si svolge ogni anno alla fine di luglio.
Il ritrovo per la partenza dell'itinerario è il Palazzo Civico
02. Ponte di San Giovanni Nepomuceno
Questo ponte risale alla fine del XVII secolo e rappresenta il punto di passaggio tra la città e il nuovo quartiere della Venezia separati appunto da un canale. Dopo pochi decenni dalla costruzione fu posto sulla spalletta orientale un monumento dedicato al Santo Giovanni Nepomuceno, patrono della Boemia ed eseguito in onore della visita a Livorno della principessa Maria Teresa d’Austria e del consorte Francesco I di Lorena, nella veste di nuovi granduchi della Toscana dopo i Medici. Durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, questa scultura venne rimossa e riposta sul ponte restaurato perché danneggiato soltanto nel 1950.
03. Tribunale, già Collegio dei Gesuiti
Questo edificio fu costruito nei primi anni del XVIII secolo e si sviluppa su tre piani con un chiostro quadrangolare con colonnati. A sinistra dell’ingresso si trova una cappella che è stata restaurata recentemente e un’altra al piano superiore. Una volta che l’ordine dei Gesuiti venne soppresso nel 1773 l’edificio in questione ha avuto diverse funzioni tra cui sede vescovile, scuola e convitto femminile.
Il nome deriva dal primo proprietario, il mercante Antonio Huigens Un altro esempio dei palazzi che si affacciano sulla via Borra che hanno nella parte retrostante i magazzini e l’accesso sul canale. Risale anche questo ai primi anni del XVIII secolo ed è rinomato per aver ospitato principi e sovrani come il re di Danimarca Federico IV. La parte che caratterizza questo palazzo è il cortile su cui si aprono loggiati sovrapposti con ornamenti in stucco.
05. Palazzo delle Colonne di marmo
La facciata del palazzo, che risale ai primi anni del XVIII secolo, è riccamente decorata con marmo bianco e in particolare la porta d’ingresso è affiancata da due colonne e sormontata da un balcone. Inoltre, le quattro finestre del piano terreno sono sormontate da busti sempre in marmo bianco che raffigurano le quattro stagioni. Questo edificio come altri che si affacciano nella via Borra presenta una parte frontale che coincide con la residenza della famiglia di mercanti, disposta su due piani, e una parte retrostante costituita da una cantina con l’accesso dal canale e un magazzino su doppio livello.
Risale alla seconda metà del XVII secolo e venne costruito da una famiglia di mercanti genovesi, i Rosciano. Si tratta di uno dei primi esempi di edifici con doppia funzione, residenza e magazzino, sorti nel nascente quartiere della Venezia Nuova. La porta d’ingresso è sormontata da un balcone di ferro battuto e affiancata da due colonne di granito e nel complesso la facciata risulta molto sobria e comunque imponente. Oggi è sede dell’Autorità Portuale di Livorno.
La chiesa è intitolata al santo Ferdinando re di Castiglia ed è affidata ai Padri Trinitari. Venne edificata nei primi anni del XVIII secolo grazie a benefattori tra cui un funzionario della dogana livornese di origini fiorentine, Francesco Terriesi e un mercante inglese, Peter Yarvis. Tra le numerose opere scultoree e pittoriche si distingue l’altare maggiore realizzato in marmo di Carrara dallo scultore Giovanni Baratta che rappresenta un Angelo che libera due schiavi. Il tema della schiavitù ri riferisce in particolare ai padri trinitari che percorrevano grandi distanze per riscattare i cristiani catturati e imprigionati dai saraceni.
Questo edificio a volta fu costruito dal granduca Cosimo III nel 1705 e poi ampliato da Gian Gastone nel 1731 per agevolare i mercanti d’olio in modo che avessero un ampio ambiente dove custodirlo. La parola bottini sta per conserve cubiche di terracotta, fasciate di lavagna che possono contenere 8 mila ettolitri di olio. Se ne contano 300.
La chiesa venne costruita nell’arco di oltre un secolo, tra il XVIII e il XIX secolo, ed è chiamata anche dei Domenicani, cui venne assegnato un monastero dietro la chiesa stessa. La cupola caratterizza l’intero edificio e si distingue per le sue dimensioni su tutto il quartiere della Venezia. La sua forma è ottagonale e la parte interna è decorata con affreschi. L’interno ospita una pala d’altare (Incoronazione della Vergine, 1571) di Giorgio Vasari, in origine collocata nel Vaticano e giunta a Livorno perché prelevata dalle truppe napoleoniche. L’interno è spazioso e riccamente decorato con opere d’arte.
Il tour finisce alla Fortezza Nuova, oggi trasformata in un meraviglioso parco nel cuore della Livorno antica. Completata nel 1604, è stata voluta da Don Giovanni de' Medici e progettata da tre achitetti: Buontalenti, Cogorano e Pieroni. Inizialmente la Fortezza Nuova si estendeva anche in tutta la zona conosciuta come la Venezia Nuova, solo nel 1700-50 prende l'attuale conformazione.
Come: A piediDurata: 1h 30′
Lunghezza: 1,7 km
Guide turistiche: Pierino Marconcini
Gruppo: minimo 3 – massimo 20